venerdì 31 maggio 2013

Messaggi della Madonna di Anguera fino al 18 maggio 2013

3.821 - 18 maggio 2013Cari figli, aprite i vostri cuori all’azione dello Spirito Santo e sarete grandi nella fede. Lasciate che la grazia santificante di Dio vi trasformi. Non vivete nel peccato. Siete del Signore e le cose del mondo non sono per voi. Inginocchiatevi in preghiera. L’umanità si è allontanata da Dio e i miei poveri figli camminano come ciechi spiritualmente. Convertitevi. Il mio Signore vi attende a braccia aperte. Siate docili. Sono venuta dal Cielo per aiutarvi, ma non posso forzarvi a nulla. Camminate incontro al Signore con la vera libertà dei figli di Dio. Quando tutto sembrerà perduto, Dio agirà e la Terra sarà trasformata. Dio lo permetterà e gli uomini avranno la grazia del pentimento. Per una grazia speciale del Signore, gli uomini vedranno tutti i loro peccati e avranno l’opportunità di decidersi per Dio. La libertà di ciascuno li condurrà al destino finale. Vi chiedo di fare sempre la volontà del Signore. State attenti. Coraggio. Io supplicherò il mio Gesù per voi. Questo è il messaggio che oggi vi trasmetto nel nome della Santissima Trinità. Grazie per avermi permesso di riunirvi qui ancora una volta. Vi benedico nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. Rimanete nella pace.

3.820 - 15 maggio 2013
Cari figli, siate miti e umili di cuore. Il mio Gesù è con voi, anche se non lo vedete. Confidate in lui, che vede nel segreto e vi conosce per nome. Desidero vedervi felici già qui sulla Terra e più tardi con me in cielo. Non tiratevi indietro. Assumete il vostro vero ruolo di cristiani e siate in tutto come Gesù. L’umanità cammina verso un grande abisso e questo è il momento del vostro ritorno al Signore. Tornate. Pentitevi sinceramente dei vostri peccati e allontanatevi da tutto quello che paralizza in voi il vero amore di Dio. Vi chiedo di vivere con gioia il Vangelo del mio Gesù. Lasciate che la parola di Dio vi trasformi. Siate luce per coloro che vivono nelle tenebre del peccato. Ho bisogno del vostro sì sincero e coraggioso. Avanti senza paura. Niente è perduto. Gli uomini saranno sorpresi da grandi prodigi del Signore. Arriverà il giorno in cui nazioni pagane abbracceranno la fede e il Signore regnerà in molti cuori. Non perdete la speranza. Il domani sarà migliore per gli uomini e le donne di fede. Vi amo come siete. Ascoltatemi. Voglio condurvi a mio Figlio Gesù. Non temete. Sarò sempre con voi. Questo è il messaggio che oggi vi trasmetto nel nome della Santissima Trinità. Grazie per avermi permesso di riunirvi qui ancora una volta. Vi benedico nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. Rimanete nella pace.

3.819 - 14 maggio 2013
Cari figli, aprite i vostri cuori a mio Figlio Gesù. Lasciate che sia presente nella vostra anima e nel vostro cuore. Riempitevi del suo amore, perché solo così potete amare il vostro prossimo. La vostra missione avrà successo se avrete Gesù sempre presente. Non allontanatevi da lui. Date il meglio di voi nella missione che il Signore vi ha affidato. L’umanità è diventata povera spiritualmente perché gli uomini si sono allontanati dal Creatore. Tornate in fretta. Appartenete al Signore. Voi state nel mondo, ma non siete del mondo. Non state con le mani in mano. Non rimandate a domani quello che dovete fare. Non perdetevi d’animo. Dopo tutta la tribolazione il Signore asciugherà le vostre lacrime. Ci sarà un tempo di grande pace sulla Terra. Sarà questo il tempo del Trionfo definitivo del mio Cuore Immacolato. Coraggio. Io supplicherò il mio Gesù per voi. Questo è il messaggio che oggi vi trasmetto nel nome della Santissima Trinità. Grazie per avermi permesso di riunirvi qui ancora una volta. Vi benedico nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. Rimanete nella pace.

3.818 - 13 maggio 2013
Cari figli, sono vostra Madre e sono venuta dal Cielo per condurvi a mio Figlio Gesù. Vivete nel tempo della grande battaglia spirituale. L’Eucaristia, il Rosario, la Sacra Scrittura e la Confessione sono le armi che vi offro per questa grande battaglia. Percorrete il cammino che vi ho indicato e sarete vittoriosi. Il demonio causerà grandi danni spirituali nelle anime e un grande numero si perderà sul cammino della conversione. State attenti. Sono vostra Madre e soffro per quello che vi aspetta. Se gli uomini accogliessero i miei appelli l’umanità sarebbe guarita spiritualmente. Inginocchiatevi in preghiera. Avrete ancora grandi sofferenze. Il cammino del calvario sarà lungo per l’umanità. I prescelti per difendere la verità si tireranno indietro per paura. Ci sarà una grande crisi di fede. Tornate in fretta. Questo è il messaggio che oggi vi trasmetto nel nome della Santissima Trinità. Grazie per avermi permesso di riunirvi qui ancora una volta. Vi benedico nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. Rimanete nella pace.

3.817 - 11 maggio 2013
Cari figli, sono vostra Madre e sapete bene quanto una madre ama i suoi figli. Non permettete che lo scoraggiamento vi impedisca di trasmettere i miei appelli. Ho bisogno di voi. Voglio mostrare ai miei figli lontani il cammino che conduce a mio Figlio Gesù. So che siete capaci di aiutarmi. Non tiratevi indietro. Vi chiedo di mantenere accesa la fiamma della fede. A causa dei miei messaggi sarete perseguitati dagli uomini, ma potete stare certi che sarete sempre amati da me e da mio Figlio Gesù. Nel trionfo definitivo del mio Cuore Immacolato vedrete i frutti dei vostri sforzi a favore dei miei piani. La mia vittoria sarà la vostra vittoria. Coraggio. Quando tutto sembrerà perduto avverrà la grande vittoria di Dio. Alla fine la Chiesa sarà vittoriosa. Avanti senza paura. Questo è il messaggio che oggi vi trasmetto nel nome della Santissima Trinità. Grazie per avermi permesso di riunirvi qui ancora una volta. Vi benedico nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. Rimanete nella pace.

3.816 - 9 maggio 2013
Cari figli, l’umanità sarà purificata dalla sofferenza. Avrete ancora lunghi anni di dure prove. Voi che state ad ascoltarmi, non perdetevi d’animo. Non ci sarà sconfitta per gli uomini e le donne di fede. State attenti per non essere ingannati. Il demonio farà di tutto per allontanarvi dalla verità. Cercate forza nella preghiera, nell’Eucaristia e nell’ascolto delle parole del mio Gesù. Accogliete anche i miei appelli, perché desidero condurvi alla santità. Non state con le mani in mano. Avanti con coraggio. Questo è il messaggio che oggi vi trasmetto nel nome della Santissima Trinità. Grazie per avermi permesso di riunirvi qui ancora una volta. Vi benedico nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. Rimanete nella pace.

3.815 - 7 maggio 2013
Cari figli, tribolazione e morte segneranno il futuro della Chiesa, ma la vittoria verrà per gli uomini e le donne di fede che sopravvivranno alla grande e maggiore persecuzione. Soffro per quello che vi aspetta. Dio permetterà tutto questo affinché la Chiesa torni ad essere come prima. Quando tutto sembrerà perduto sorgerà un uomo di fede. Il suo carisma e la sua santità attireranno i lontani. Sarà questo il tempo del trionfo definitivo del mio Cuore Immacolato. Coraggio. Non allontanatevi dalla preghiera. Io camminerò con voi. Qualunque cosa accada, non allontanatevi dalla verità. Questo è il messaggio che oggi vi trasmetto nel nome della Santissima Trinità. Grazie per avermi permesso di riunirvi qui ancora una volta. Vi benedico nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. Rimanete nella pace.

3.814 - 4 maggio 2013
Cari figli, dal Signore verrà il vostro aiuto. Egli è il Signore della Bontà, Fortezza per i deboli e Amore per i peccatori. Aprite i vostri cuori a Lui. Sono vostra Madre e sono venuta dal cielo per offrirvi la grazia della conversione. Non state con le mani in mano. Non rimandate a domani quello che dovete fare. Quando tutto sembrerà perduto, accendete in voi la fiamma della speranza e lasciatevi condurre da Gesù. Con Gesù la vittoria è certa. Sono vostra Madre Addolorata e soffro per quello che vi aspetta. State attenti. Il futuro sarà segnato da ulteriori divisioni e scandali nella Chiesa del mio Gesù. I giusti saranno perseguitati e messi da parte, ma il Signore verrà in soccorso dei suoi. Pregate. Solo con la forza della preghiera potete sostenere il peso delle prove che verranno. Coraggio. Io camminerò con voi. Non perdetevi d’animo. Io supplicherò il mio Gesù per voi. Avanti senza paura. Questo è il messaggio che oggi vi trasmetto nel nome della Santissima Trinità. Grazie per avermi permesso di riunirvi qui ancora una volta. Vi benedico nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. Rimanete nella pace. 

3.813 - 3 maggio 2013
Cari figli, vi invito a vivere alla presenza del Signore, perché Egli è sempre vicino a voi. Seminate l’amore, perché solo così potete cogliere i suoi frutti. Nell’amore sarete capaci di comprendere i disegni di Dio per le vostre vite. Alimentatevi della parola di Dio e accogliete gioiosamente i miei messaggi. State attenti a quello che vi dico. Camminate verso un futuro di grandi prove spirituali. Il fumo del demonio si diffonderà sempre di più nella casa di Dio e pochi consacrati resteranno saldi nella fede. Soffro per quello che vi aspetta. Non perdetevi d’animo. Restate saldi sul cammino che vi ho indicato. Dio non abbandonerà gli uomini e le donne di fede. I miei devoti saranno ben protetti. Coraggio. Pregate, pregate, pregate. Questo è il messaggio che oggi vi trasmetto nel nome della Santissima Trinità. Grazie per avermi permesso di riunirvi qui ancora una volta. Vi benedico nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. Rimanete nella pace.

3.812 - 30 aprile 2013
Cari figli, cercate Gesù. Egli è il vostro grande amico e cammina con voi. Non siete soli. Non perdetevi d’animo. Non temete. Quando sentite il peso delle vostre difficoltà, chiamate Gesù. Non vivete nel peccato. Pentitevi. Riconciliatevi con Dio attraverso il sacramento della confessione. La confessione vi libera dal peccato e dal rimorso da esso provocato. Abbiate cura della vostra vita spirituale. Sono venuta dal cielo per gettare il seme. Desidero che i vostri cuori siano simili a un terreno fertile. Lasciate crescere dentro di voi tutta la grazia del Signore. Voi state nel mondo, ma siete del Signore. L’umanità è diventata povera spiritualmente e i miei poveri figli camminano come ciechi spiritualmente. Soffro per quello che vi aspetta. Pregate. Non vivete lontani dalla preghiera. La vostra vittoria verrà con la forza della preghiera. Sono vostra Madre e vi amo. Siate docili alla mia chiamata. Avete la libertà, ma vi chiedo di fare in tutto la volontà del Signore. La Chiesa del mio Gesù berrà il calice amaro della sofferenza. Ci sarà grande confusione. Chiesa e scienza: ecco il punto di partenza per la grande divisione. Pregate, pregate, pregate. Questo è il messaggio che oggi vi trasmetto nel nome della Santissima Trinità. Grazie per avermi permesso di riunirvi qui ancora una volta. Vi benedico nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. Rimanete nella pace.

3.811 - 27 aprile 2013
Cari figli, camminate verso un futuro doloroso. Gli uomini saranno sempre più schiavi della tecnologia e la grazia del Signore sarà presente in pochi cuori. Accogliendo false ideologie, gli uomini indirizzeranno i propri sentimenti alle macchine. Soffro per quello che vi aspetta. Inginocchiatevi in preghiera. Sono vostra Madre Addolorata. Sono venuta dal cielo per indicarvi il cielo. Accogliete Gesù con totale libertà. Il mio Gesù vi ama. Non allontanatevi da Lui. Conosco ciascuno di voi per nome e supplicherò il mio Gesù per voi. Avanti senza paura. Questo è il messaggio che oggi vi trasmetto nel nome della Santissima Trinità. Grazie per avermi permesso di riunirvi qui ancora una volta. Vi benedico nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. Rimanete nella pace.

mercoledì 29 maggio 2013

LA GUERRA SANTA E' INIZIATA: BOSTON, STOCCOLMA, LONDRA...




LA GUERRA SANTA E' INIZIATA: BOSTON, STOCCOLMA, LONDRA...
Attaccano la polizia, bruciano auto e locali, lanciano molotov, gridano: ''Nessuno di voi potrà dirsi al sicuro; noi abbiamo fede in Allah e non finiremo mai di combattervi''
di Stefano Magni
Boston, Stoccolma, Londra, sono le tappe di una nuova guerra di religione nel cuore dell'Occidente.
Due bombe a Boston hanno risvegliato l'opinione pubblica sul fatto che il terrorismo jihadista esiste. Gli autori erano due fratelli ceceni, musulmani, uno dei quali era diventato un radicale islamico, "attenzionato" dai servizi segreti russi che lo avevano segnalato, invano, ai colleghi statunitensi.
Questa settimana i quartieri a maggioranza musulmana di Stoccolma, a partire da Husby, sono stati messi a ferro e fuoco. Gli assalitori che attaccano la polizia, bruciano auto e locali, lanciano molotov, gridano "Allah Akhbar", come si può udire molto bene in più di un filmato mandato (da loro stessi) su YouTube. La scintilla è stata provocata dall'uccisione, da parte della polizia, di un violento armato di machete, che minacciava la vita di una donna e aveva aggredito gli stessi agenti.
Altri due uomini armati di machete, radicali islamici, a Londra hanno ucciso, sgozzandolo, un soldato britannico, Lee Rigby. Uno dei due, Michael Abedolajo, ha dichiarato nella sua estemporanea rivendicazione filmata con un cellulare: "Nessuno di voi potrà dirsi al sicuro (...) Noi abbiamo fede in Allah e non finiremo mai di combattervi".
E solo ora ri-scopriamo, dopo anni di sonno, che esiste un nemico interno. Nemmeno un appassionato di teorie cospirative arriverebbe a ipotizzare uno scenario come quello che stiamo vivendo in quest'ultimo mese. Tre grandi attacchi, in tre città occidentali, sempre condotti da radicali islamici. Sembrerebbe un'offensiva coordinata. Invece non la è. E quindi è molto peggio.
A unire i puntini di questo mosaico di eventi non è un unico piano. Ma un'unica cultura. Che è quella dell'islam fondamentalista. Non c'è un disegno coordinato, ma ci sono tanti manifesti. Abedolajo, per esempio, si è convertito dal cristianesimo all'islam, convinto dall'imam radicale Anjem Choudary. Il quale, in un discorso tenuto in un anniversario dell'11 settembre, aveva proclamato: "L'islam è superiore e non sarà mai sorpassato. La bandiera dell'islam sarà issata a Downing Street". Come? Molto semplice: con la procreazione e il proselitismo. Procreazione: l'islam radicale, secondo l'imam, può vincere anche solo figliando. A Londra abita circa 1 milione di musulmani su una popolazione di 8. In alcuni quartieri, i musulmani sono già maggioranza. Proselitismo: dopo l'11 settembre i convertiti all'islam sono raddoppiati rispetto agli anni precedenti. In questi dodici anni di guerra al terrorismo si sono moltiplicati i fondamentalisti fra quelli che, fino a poco prima, erano musulmani non militanti. Vale lo stesso discorso per la Svezia, dove l'immigrazione, più che sul lavoro, è fondata sull'asilo politico. Non esistono statistiche sulla filiazione ideologica di quanti hanno ottenuto rifugio nel Paese scandinavo, non sappiamo, in percentuale, quanti di questi sono fuggiti dagli Stati che li opprimevano perché troppo jihadisti. Ma vediamo gli effetti: Stoccolma ne è un esempio.
"Nessuno di voi potrà dirsi al sicuro", dichiarava Abedolajo con le mani grondanti del sangue del soldato appena ucciso. Questa frase non è solo sua. E' dello stratega di Al Qaeda Abu Bakar Naji, autore di un altro dei manifesti fondamentali del moderno jihadismo: "Governare alla macchia" (Ederat al Wahsh). Naji ritiene che la guerra santa debba essere condotta in tutto il mondo, ovunque vi sia una presenza musulmana. Predica la costituzione di "aree islamiche" all'interno delle società occidentali. Non vuole che venga creato alcun governo, che potrebbe avere problemi con lo Stato occidentale che lo ospita, ma "società parallele", con le proprie leggi e istituzioni, con le proprie forze dell'ordine ed eserciti, all'interno delle città che le ospitano. Sotto il naso delle autorità.
Questa strategia è pericolosa non solo per i cristiani, che si troverebbero perseguitati dai vicini islamici come avviene in Nigeria o in altre società "miste" dell'Africa. E' pericolosa anche per gli stessi musulmani che vivono all'estero e non vogliono avere nulla a che vedere con il fondamentalismo. Naji si rivolge soprattutto a loro. La sua strategia è stata concepita apposta per riportarli all'ordine, per evitare che si facciano attrarre troppo dalle tentazioni di una società "infedele".
Queste ideologie si nutrono del multiculturalismo che gli viene offerto dalle società europee e nordamericane. I leader radicali islamici, convinti di colonizzarci, sanno che possono chiedere e ottenere, uno dopo l'altro, tutto quello che vogliono. Possono avere loro tribunali che giudicano in base alla Sharia e corpi di polizia ausiliari controllati da musulmani (come nel caso della Gran Bretagna). Possono ottenere quartieri tutti loro, dove imporre il costume islamico (come avviene in molti quartieri di città inglesi e svedesi). Sanno che un governo occidentale, se deve decidere di dialogare con un'organizzazione musulmana liberale o con una fondamentalista, sceglie di parlare con (e magari anche finanziare) quest'ultima, come avviene regolarmente negli Usa.
Perché il musulmano liberale è dato per scontato, è "inutile", mentre il dialogo viene orientato solo con chi predica l'odio, nel vano tentativo di convincerlo a diventare un interlocutore. L'islam fondamentalista sa di vivere in società che rifiutano la propria identità e stanno cercando di imporre la loro.
 
Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 25/05/2013

PREVENIRE IL FEMMINICIDIO? IL MATRIMONIO E' LA MASSIMA GARANZIA PER LE DONNE

BastaBugie n.299 del 31 maggio 2013

  Le violenze fra coniugi non sono dovute alla vita coniugale, ma alla sua rottura (secondo l'Istat l'86% delle separazioni e divorzi hanno conseguenze penali) 
di Giuliano Guzzo

 Se si ritiene che la serietà, almeno quando si affrontano alcuni temi, sia un dovere, allora è bene agire di conseguenza evitando di tenere in vita stereotipi duri a morire ancorché totalmente infondati. Secondo uno di questi la famiglia sarebbe l'ambiente più pericoloso per le donne e le mogli sarebbero dunque le donne col maggior pericolo di subire violenza. Tale credenza è rilanciata con insistenza da alcune fonti, come per esempio l'Osservatorio del Telefono Rosa. Ebbene, si tratta di affermazioni totalmente prive di fondamento giacché esiste una consolidata letteratura scientifica che certifica come le donne conviventi corrano lo stesso rischio, se non addirittura un rischio maggiore, di subire violenze rispetto alle donne sposate, le quali però evidenziano, rispetto alle altre, tutta una serie di vantaggi per esempio nelle condizioni della gravidanza, esperienza che vivono con maggiore serenità nel matrimonio. Il punto interessante e poco considerato è che questi riscontri emergono anche da rilevazioni effettuate in Italia e che dimostrano come la violenza domestica che taluni uomini esercitano sulle donne non abbia nulla a che vedere col fatto di essere mariti. «Sono più colpite da violenza domestica – osserva l'Istat – le donne il cui partner è violento anche all'esterno della famiglia». E' dunque la violenza di alcuni uomini in quanto violenti, non già in quanto mariti, il problema su cui si dovrebbe ragionare, senza ricorrere a banalizzazioni volte solamente a gettare fango sulla famiglia e, nello specifico, sul matrimonio. Anche analizzando le molestie fisiche in senso lato subite dalle donne in Italia si riscontra come il fenomeno, nella maggior parte dei casi, non riguardi la famiglia. Osservano i ricercatori dell'Istat che «prendendo in considerazione le sole molestie fisiche, ovvero le situazioni in cui la donna è stata avvicinata, toccata o baciata contro la sua volontà, è possibile osservare che la maggior parte di esse sono perpetrate da estranei (59,4 per cento)». Quello del "marito mostro" – anche se ciò non toglie che molti mariti si siano resi e si rendano purtroppo autori di violenza nei confronti delle proprie mogli – è dunque uno stereotipo giacché le violenze fisiche per lo più risultano «perpetrate da estranei».

Non regge all'evidenza empirica neppure la tesi – anch'essa rilanciata con frequenza per diffamare la famiglia – secondo cui, tra le donne che subiscono violenza, quelle sposate o che comunque conoscono il proprio partner sarebbero meno inclini, rispetto le altre, a sporgere denuncia dal momento che, sempre l'Istat, ci informa che se il 93% delle donne che afferma di aver subito violenze dal coniuge ha dichiarato di non aver denunciato i fatti all'Autorità detta la percentuale sale al 96% se l'autore della violenza non è il partner.

Né va sottaciuto un altro aspetto: le violenze che si verificano fra coniugi sono per lo più legate al tramonto della vita coniugale, non già al fatto di viverla: altrimenti non si spiegherebbe come mai dal gennaio 1994 all'aprile 2003, per esempio, si siano verificati 854 omicidi maturati in seguito a divorzi, separazioni o cessazioni di convivenze e, su un campione di 46.096 casi di divorzi, separazioni e cessazioni di convivenza analizzati, 39.919 (l'86,6%) abbiano avuto implicazioni penali come calunnia, minacce, sottrazione di minore, percosse, maltrattamenti, lesioni, sequestro di persona, violenza privata, violenza sessuale. Per non parlare dei danni che la fine del matrimonio arreca ai figli. Lo certifica in particolare un recente studio condotto sulla popolazione canadese ed effettuato confrontando dati raccolti nel 2005 con quelli rilevati dieci anni prima, nel 1995, che ha rilevato come – rispetto ad un tasso di abuso infantile medio pari al 3,4% – il divorzio comporta, per i figli di genitori decisi a lasciarsi, una percentuale di abusi pari al 10,7%; questo significa che il divorzio, a suo tempo introdotto e salutato quale istituto moderno e filantropico triplica per questi la possibilità di rimanere vittime di violenze. Dicendo questo, lo ribadiamo, non s'intende in alcun modo negare che la famiglia possa purtroppo divenire luogo di violenza contro le donne, ma solo chiarire che il problema rimane la violenza e non il matrimonio, che in quanto tale non risulta affatto generatore di violenza. Tutt'altro. E questo vale – con buona pace del Corriere della Sera on line, che lo scorso agosto scrisse che «la famiglia uccide più dei criminali» – anche sul versante non solo intimo della coppia, ma pure sociale, come attestano per esempio studi che hanno riscontrato come il matrimonio risulti correlato ad una riduzione del crimine del 35%.

A quanti non fossero ancora persuasi dai dati sin qui ricordati e pensano che l'Italia non sia "un Paese per donne" ricordiamo che da noi, dove pure casi di violenza purtroppo non mancano, questi sono percentualmente inferiori rispetto a quelli accaduti in altri Paesi europei, solitamente dipinti come all'avanguardia rispetto alla "cattolica" e "patriarcale" Italia. A dirlo sono i numeri di donne vittime di omicidio: per gli anni 2008 e 2010 l'Italia, col suo 23,9% di vittime femminili di omicidi, si colloca in una posizione molto più favorevole rispetto a tanti Paesi quali la Svizzera (49,1%), il Belgio (41,5%), la Croazia (49%), ed in linea con gli Stati Uniti (22,5%). Sia chiaro: questo non ci autorizza ad abbassare minimamente la guardia e a giustificare i casi di violenza – neppure uno! – che si verificano nel nostro Paese. Tuttavia sapere che l'Italia non è, per le donne, quell'inferno che spesso i mass media denunciano, aiuta a comprendere la differenza fra la realtà di un fenomeno e la sua distorta rappresentazione. Tornando a noi, ossia al legame – del tutto pretestuoso e smentito da riscontri che qui abbiamo citato solo in parte – fra violenza sulle donne e famiglia fondata sul matrimonio, ci permettiamo un ultimo pensiero, che poi è anche un invito: perché i mass media, anziché insistere con resoconti dettagliati e spesso macabri circa gli episodi che purtroppo vedono vittime delle donne, non riservano spazio anche alle storie di donne sposate e che, senza ipocrisie, si spendono assieme ai loro mariti per mandare avanti la famiglia e pagare gli studi ai figli? Perché l'eroismo silenzioso di tante mogli e madri deve passare sempre in secondo piano rispetto alle orrende violenze di cui si rendono autori alcuni uomini? Forse perché pubblicizzare il Male rende economicamente di più rispetto al racconto del Bene? E ancora: la censura sistematica nei confronti delle storie di queste mogli e madri – e delle loro famiglie – non è forse, per certi versi, l'ennesima forma di violenza e di attacco alla dignità della donna e del matrimonio?

 Fonte: ProLife News, 24/05/2013 Pubblicato su BastaBugie n. 299

IL FESTIVAL DI CANNES PREMIA IL FILM CON UNA DETTAGLIATA SCENA LESBICA: RADIO VATICANA APPLAUDE

BastaBugie n.299 del 31 maggio 2013

 Per la radio che si autodefinisce ''la voce del Papa e della Chiesa'' non c'è nulla di strano nel fatto che una ragazza si apra all'amore con un'altra ragazza: l'importante è l'amore 

 di Riccardo Cascioli

 Negli ultimi giorni sono accaduti diversi avvenimenti che per un cattolico non possono non suscitare alcune domande. Partiamo dal primo e più recente: la morte di don Andrea Gallo.
Personaggio che non ha bisogno di presentazioni, tutti sanno che la sua opera di accoglienza di poveri ed emarginati a Genova si accompagnava a continue provocazioni contro la Chiesa: dalla confessione di aver accompagnato delle prostitute ad abortire, al "Bella Ciao" cantata alla messa nel giorno dell'Immacolata, fino all'auspicio di vedere presto un Papa gay. Ha anche avuto per anni la possibilità di esternare la sua "visione" di Chiesa nei salotti televisivi, che frequentava con una certa assiduità e che lo hanno reso un personaggio famoso, senza peraltro che nessuno degli arcivescovi suoi superiori avesse mai da obiettare alcunché. Tralascio quanto avvenuto al funerale, che è perfettamente in linea con il personaggio e non meriterebbe neanche un commento, perché in fondo non credo che in tutta questa vicenda il problema più grosso sia quello che don Gallo era e faceva. Personalmente ho apprezzato molto il venire a sapere che il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova, andava a visitare di tanto in tanto don Gallo mantenendo con lui un rapporto umano e spirituale, tenendo sempre aperta la porta al dialogo, pur in un serrato confronto, come pare di capire dalle parole dello stesso Bagnasco. E' una bella immagine, che mostra come la Chiesa non abbia nulla a che vedere con le ideologie e sia davvero maestra di umanità nella pratica, non nella teoria. Però, e qui sta il punto, una tale premura pastorale sarebbe dovuta anche al resto del popolo di Dio, verso cui il primo compito sarebbe quello di indicare con chiarezza la Verità, la strada giusta. Perché la misericordia senza verità si chiama complicità. E invece alla morte di don Gallo abbiamo letto comunicati – e ascoltato l'omelia al funerale – in cui si celebra il prete "di strada" come un esempio più che positivo di sacerdozio vissuto, come se aprire la casa a poveri, trans e prostitute bastasse in sé per essere santi. In altre parole, a sentire il cardinale Bagnasco e il cardinale Tarcisio Bertone, predecessore di Bagnasco a Genova e attuale segretario di Stato vaticano, si fa fatica a cogliere una differenza tra Madre Teresa di Calcutta e don Gallo, o anche tra quest'ultimo e don Oreste Benzi. Eppure una differenza c'è: anche don Benzi accoglieva le prostitute e apriva la casa agli ultimi, anche madre Teresa raccoglieva per strada gli scarti della società (e non c'è neanche paragone tra Calcutta e Genova), ma il desiderio, la missione era quella di elevare tutti a Dio, non di abbassare Dio alla misura dell'uomo. Per questo madre Teresa e don Benzi, tanto per fare un esempio, non avrebbero mai accompagnato una povera ragazza ad abortire: erano convinti che l'aborto fosse il peggior crimine che si potesse commettere. Un peccatore, consapevole di esserlo, ha bisogno di un Dio misericordioso non di un Dio complice: abbiamo bisogno di un Dio che è più grande di ogni peccato possiamo commettere, e ci dice "Và, sei perdonato, non peccare più, un'altra vita è possibile". A cosa ci può servire un Dio che ci dice "Ma sì, non fa niente, continua così che ti voglio bene lo stesso"? Ecco, da un vescovo mi aspetterei che ricordasse questa differenza, che aiutasse a discernere, pur nel rispetto dovuto ad ogni persona e perciò anche a don Gallo. Il silenzio, addirittura la benedizione di un certo cammino, portano solo confusione e altre persone che si metteranno sulla strada sbagliata.

Ma veniamo a un secondo fatto, di natura completamente diversa: Festival di Cannes, vince il film "La vie d'Adelie", che nei giorni della proiezione ha fatto parlare di sé soprattutto per la lunga e dettagliata scena lesbo delle due protagoniste. Non ho visto il film ma non ho dubbi sul fatto che sia fatto bene e bene interpretato - a volte anche i film porno si dice che lo siano - però ascoltare Radio Vaticana esaltare anche il contenuto del film lascia di stucco. Ecco cosa ha detto il corrispondente da Cannes: "Adèle legge Marivaux e s'interroga sull'amore. Sente il bisogno di un sentimento forte che abiti il suo corpo, ma non ancora l'attrazione fatale, l'affinità che la leghi a un altro essere umano. Nel frattempo prova - prova gli altri e si mette alla prova - forse capisce che può trovare nella sessualità femminile ciò che cerca. Poi l'amore arriva attraverso uno sguardo, un piacere condiviso, un vago desiderio di vivere l'altra persona in profondità". Insomma, per Radio Vaticana – che si autodefinisce "la voce del Papa e della Chiesa" – non c'è assolutamente alcun problema, nulla di strano nel fatto che una ragazza si apra all'amore con un'altra ragazza: eterosessuale o omosessuale non fa alcuna differenza, l'importante è l'amore, l'importante è provare. Sicuramente un bel messaggio per gli adolescenti: se anche la radio del Papa si piega all'ideologia omosessualista, cos'altro dobbiamo aspettarci? Prosegue Radio Vaticana, affermando che il film è "interpretato da due attrici formidabili (Léa Seydoux e Adèle Exarchopoulos), messo in scena con una fluidità che non fa avvertire lo scorrere del tempo, ricco di scene indimenticabili di esplosione dei sentimenti". Esplosione di sentimenti? Ecco come la spiega il quotidiano Repubblica: «Lunghissime scene esplicite tra le attrici Lea Seydoux e Adele Excharchopoulous che si amano con estrema varietà, voracità, fantasia di posizioni, quantità di orgasmi. Momenti che "sono necessari a raccontare l'incantamento del loro rapporto", dice il regista». Non è un problema di moralismo, ma di giudizio: un frutto avvelenato può essere presentato benissimo, nel modo più accattivante possibile, ma resta sempre un frutto avvelenato. E questo va detto con chiarezza, ma ormai il giudizio sembra essere merce rara, anche lì dove ci si aspetterebbe di trovare l'ultimo appiglio, l'ultima resistenza alla mentalità mondana.

Ed eccoci all'ultimo fatto: assemblea generale dei vescovi italiani, aperta lunedì scorso dalla prolusione del presidente della Cei (Conferenza episcopale italiana), cardinale Bagnasco. Come sempre, tanti i temi toccati, ma su tutti fanno notizia due messaggi che partono chiari: guai a chi minaccia il governo di larghe intese (l'Italia ha bisogno di stabilità politica) e preoccupazione per la disoccupazione (il lavoro è la prima emergenza del paese). Per carità, nulla da dire su questi argomenti: del resto, chi prenderebbe la parola per sostenere la necessità di aumentare la disoccupazione? Perciò, plauso generale. Solo che a noi era sembrato che ultimamente ci fosse qualche altro problemino per cui magari i cattolici dovessero preoccuparsi: ad esempio, su La Nuova BQ abbiamo parlato nei giorni scorsi della Strategia nazionale per la prevenzione dell'omofobia varata dal Dipartimento delle Pari Opportunità, un documento agghiacciante che vedrà presto luoghi di lavoro e, soprattutto, scuole trasformate in "campi di rieducazione" gestiti da gay e trans per convincere che maschio e femmina non esistono, esiste solo quello che in quel momento immaginiamo di essere. E' l'ideologia di genere, quella che Benedetto XVI aveva pochi mesi fa definito come una delle più gravi sfide che la Chiesa ha davanti, perché è un attacco diretto al piano di Dio, alla Creazione. Cos'altro dovrebbe starci a cuore più di questo? Ma per la Cei non pare un problema, tanto che anche il quotidiano dei vescovi – pur avendo avuto quel documento in mano prima che fosse reso pubblico – ha deliberatamente scelto di non parlarne. Avranno senz'altro delle buone ragioni, ma che almeno ce le spieghino, così ci tranquillizziamo pure noi. Nel frattempo, l'attacco laicista è partito frontale anche sulla libertà di educazione: a Bologna proprio ieri si è svolto il referendum promosso da chi vorrebbe togliere i fondi comunali alle scuole paritarie. Affluenza bassa, ma i promotori hanno vinto: conseguenze pratiche immediate nessuna, il referendum era consultivo e il sindaco (democratico) non ne vuole sapere, ma dal punto di vista politico e sociale le conseguenze saranno pesantissime. Si può scommettere su un'ondata di iniziative di questo genere in tutta Italia, che metterà in difficoltà sì le scuole cattoliche ma con queste anche la possibilità delle famiglie di scegliere liberamente la scuola per i propri figli.
Eppure anche di questo nessuna traccia nella prolusione: è vero, il cardinale Bagnasco aveva preso chiaramente posizione su questo tema lo scorso 3 maggio parlando a un convegno sulla scuola, ma è curioso che tale questione – vitale anche per l'economia del paese – non abbia trovato spazio tra le preoccupazioni dei vescovi nella loro assemblea. E sì che la libertà di educazione è uno dei princìpi non negoziabili. Né sembra aver lasciato ferite l'atto sacrilego compiuto il 1° maggio davanti alla cattedrale del Papa, San Giovanni in Laterano, nel corso del Concertone organizzato dai sindacati (anche quello "cattolico", la Cisl, il cui segretario Raffaele Bonanni ha addirittura accusato di strumentalizzazione chi ha protestato per quella bestemmia pubblica). Nessun cenno dunque, sebbene i gesti vandalici contro i simboli cristiani siano in preoccupante aumento. Ciò che conta, per il futuro dell'Italia, sembra sia il lavoro e il governo stabile (a prescindere da quello che fa). E' evidente a questo punto che qualcosa mi sfugge, sicuramente sono io a non capire qualcosa e sarò grato a quanti volessero colmare questa lacuna. Però, lo stesso mi scappa un po' da ridere a vedere quanto si agitano questi laiconi che ce l'hanno con la Chiesa, si preoccupano di promuovere leggi per tapparle la bocca, evitano che politici cattolici vadano in posti "sensibili". Che spreco di energie, compagni: non vedete che si sono già silenziati da soli?

 Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 27/05/2013 Pubblicato su BastaBugie n. 299



MORTO DON GALLO: O BELLO... CIAO!
Fanatico di Che Guevara, favorevole ad aborto, eutanasia, matrimonio omosessuale, droga libera e alla farfallina di Belen ''perché il Paese vuole vedere le gambe e il sedere'', diceva...
da Unione Cristiani Cattolici Razionali
Si è spento nella sua Genova e a 84 anni, dopo una lunga malattia, don Andrea Gallo. Era stato dimesso dall'ospedale e ha vissuto gli ultimi momenti nella comunità di San Benedetto al Porto che lui stesso aveva fondato alla metà degli anni'70 ospitando poveri ed emarginati. Ci uniamo al cordoglio dei suoi cari e delle persone che si sono sentite da lui volute bene.
Non possiamo tuttavia evitare di tratteggiare quello che ha rappresentato pubblicamente questo sacerdote dal nostro punto di vista. Non ne emerge un profilo positivo e siamo consapevoli di non essere in linea con la fiera dei media e dei vip che in queste ore sta sprecando elogi, ma ci interessa ovviamente molto poco. Don Gallo ha certamente aiutato tante persone come ogni giorno fanno tantissimi sacerdoti nell'ombra e nel nascondimento. Ma lo ha fatto davanti alle telecamere costruendosi un personaggio, mediatico, mentre il ruolo del sacerdote è quello di portare a Cristo e alla Chiesa, e non a sé.
Ancor meno positiva è la sua costante denigrazione della Chiesa, condanna pronunciata dall'alto della sua celebrata e riconosciuta attenzione ai poveri. Un ricatto emotivo che ha condizionato molti, purtroppo. Anche Giuda, nei Vangeli, sgridava chi lavava i piedi di Gesù con un olio costoso, invitando ad usare quei soldi per aiutare i poveri. Papa Francesco ha commentato: «Questo è il primo riferimento che ho trovato io, nel Vangelo, della povertà come ideologia». Esaltato dal "Fatto Quotidiano" e dalla cultura anticattolica di cui è portavoce il quotidiano di Padellaro, è stato da loro miseramente sfruttato (e lo è anche in queste ore) per chiari interessi antipapisti e anticlericali. Purtroppo ha voluto lasciarsi usare, questa è la differenza tra lui e don Lorenzo Milani, che invece rispondeva così al laicismo che lo portava in trionfo: «Ma che dei vostri! Io sono un prete e basta! In che cosa la penso come voi? Questa Chiesa è quella che possiede i sacramenti. L'assoluzione dei peccati non me la dà mica "L'Espresso". E la comunione e la Messa me la danno loro? Devono rendersi conto che loro non sono nella condizione di poter giudicare e criticare queste cose. Non sono qualificati per dare giudizi. Devono snobbarmi, dire che sono ingenuo e demagogo, non onorarmi come uno di loro. Perché di loro non sono». Don Gallo ha invece sempre cercato l'applauso del mondo, mai prendendo le distanze da chi lo usava come clava contro Giovanni Paolo II e Benedetto XVI.
Favorevole a tutto ciò a cui papa Francesco è contrario, dall'aborto all'eutanasia. Favorevole al Papa gay e alla farfallina di Belen, perché «il Paese vuole vedere le gambe e il sedere», favorevole al matrimonio omosessuale salvo poi legare l'omosessualità alla pedofilia: «Il prete omosessuale deve poter essere libero di esprimere la sua identità e la sua sessualità, altrimenti si reprime e arriva alla pedofilia». Una frase omofoba e violenta, questa sì, che però non ha provocato alcun scandalo, nessuna protesta da parte omosessuale, nessun anatema sui media. Si provi a pensare cosa sarebbe successo se a pronunciarla fosse stato un qualsiasi altro sacerdote.
Orgoglioso comunista e partigiano, la società secolarizzata lo ha incredibilmente sempre sostenuto nella sua continua violazione della laicità: da sempre immanicato con il potere politico genovese e non solo, sosteneva platealmente la rappresentanza che più si avvicinava alla sua ideologia politica tanto da essere definito dai quotidiani della destra il «king maker del centrosinistra». Benediceva l'assalto violento alla Mondadori del 2010, cantava "Bella ciao" al termine della S. Messa, sprecava consigli politici ai politici («avevo incontrato Marta Vincenzi in dicembre e le avevo consigliato di non candidarsi alle primarie», diceva), ma mai nessun giornalista del "Fatto", nessun Marco Politi ebbe mai nulla da ridire per questa pesante e continua ingerenza, mentre gli ipocriti si stracciano le vesti se il card. Bagnasco consiglia semplicemente di votare tenendo presente «i valori che saranno a fondamento della vita». La laicità evidentemente possono violarla soltanto i sacerdoti antipapisti.
Fanatico di Che Guevara più che di Gesù Cristo, il suo motto è racchiuso in questa frase: «La Chiesa si dovrebbe invece convincere che viviamo in un villaggio post cristiano. Spero che abbia il coraggio di cambiare qualcosa», ovvero la Chiesa deve abbandonare le sue posizioni e farsi dettare l'agenda dagli uomini, come se Gesù avesse detto: "Ah, la maggioranza degli ebrei non mi riconosce come Messia? Allora cambio e dico qualcosa di diverso». Ma questa è una posizione atea che non riconosce nella Chiesa un'autorità al di sopra del contingente scorrere del tempo, significa negare l'autorità del Pontefice, del tutto legittimo ma non per un prete cattolico. Per questo sono nel giusto coloro che lo accusano così: i suoi contenuti "non sono religiosi ma politici, non cristiani ma comunisti".
Questo è il nostro giudizio sul personaggio pubblico don Andrea Gallo, In ogni caso rimane comunque ben presente un riconoscimento di stima per tutte le persone che ha cristianamente aiutato. Arrivederci don Andrea!
Nota di BastaBugie: in questo video don Gallo conclude una Messa con un canto poco consone al luogo sacro agitando una sciarpa rossa. Più che la fine della Messa, sembra la fine di un comizio politico: guardare per credere Fonte: Unione Cristiani Cattolici Razionali, 23/05/2013 Pubblicato su BastaBugie n. 299

martedì 28 maggio 2013

Nuovi preti della nuova chiesa- Il funerale del Gallo







NUOVI PRETI DELLA NUOVA CHIESA
Genova

Il funerale del Gallo

Ovvero
La coerenza in negativo
della moderna Chiesa conciliare



Un esempio di “nuova evangelizzazione” ?
Ed ecco che è morto anche Andrea Gallo, come tutti peraltro, prima o poi.
Perché parlarne allora? 
La morte di qualcuno è un momento umanamente doloroso, ma quando si tratta di uno come Andrea Gallo, diventa ancora più spiacevole, perché evoca d’un colpo solo cose brutte.  



La “messa bella ciao” di Andrea Gallo dello scorso 8 dicembre
Quanto sarebbe stato meglio se questo personaggio fosse stato ricordato in maniera discreta! Almeno dalla Chiesa e dagli uomini di Chiesa!
E invece no.
A seguito della grancassa laica, anticattolica e sovvertitrice di ogni semplice buon senso, anche gli uomini di Chiesa si sono mobilitati per “rendere omaggio” a questo ottantaquattrenne genovese che aveva avuto la ventura, sua, di essere ordinato prete, e la sventura, nostra, di essere mantenuto nella Chiesa, senza neanche censure canoniche, per 54 anni.

Così, il 25 maggio, ad officiare le esequie di Andrea Gallo, arriva nientemeno che il capo dei vescovi italiani, il Card. Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova, mentre un arcivescovo emerito sempre di Genova, il Card. Tarcisio Bertone, ancora Segretario di Stato donec aliter provideatur, si lancia in un panegirico di circostanza: ricordando “nella preghiera il suo antico compagno di studi”, e rammentando di aver avuto con don Gallo, durante gli anni trascorsi a Genova come arcivescovo, “un dialogo a volte franco e vivace”. E tuttavia, “la dedizione in favore dei bisognosi non poteva non avere come sorgiva ispirazione la sua identità sacerdotale”.
Che in italiano corrente significa che ha fatto il suo dovere di prete cattolico quando ha fatto a pezzi l’insegnamento della Chiesa e ha avallato ogni turpitudine e ogni immoralità.
Amen.


Da parte sua, il Card. Bagnasco si è incaricato di pronunciare un’omelia in cui ha detto:

«Ovunque svolse il suo ministero sacerdotale, lo sguardo e il cuore erano attirati da coloro che portavano più evidenti le ferite della vita, quelle del corpo e quelle dell’anima. Come il samaritano del Vangelo, e come è missione di ogni sacerdote, ha cercato di lenire i dolori di chi incontrava con l’olio della consolazione e il vino della fiducia, ridonando speranza per guardare al domani.
 […] Don Andrea sapeva che, la sua, era una risposta a coloro che, per motivi diversi, sono percossi dalla vita; una risposta alle tante malattie che tolgono la luce, ma non la voglia di cercare o solo attendere un sorriso e una carezza. Sapeva che era la “sua” risposta, e non pretendeva che fosse di tutti, perché la fantasia del bene è grande, ed è percorsa con generoso sacrificio da molti.»
Che in italiano corrente significa che consolava, ungeva e comunicava tutti, anche se finiva col confermare tutti nell’errore… com’“è missione di ogni sacerdote”… moderno e dedito alla salvezza dei corpi e alla perdizione delle anime… accompagnava o no certe donne ad abortire?
Lo sa o no il Card. Bagnasco?
E significa anche che ogni prete moderno fa bene a dare la “sua” risposta ai mali degli uomini, giustamente senza pretendere che la “sua” risposta sia la risposta di tutti.
È il capo dei vescovi italiani che parla, ufficialmente e pubblicamente, e insegna che i cattolici, e massimamente i preti, non devono dare le risposte della Chiesa, le risposte di Dio, ma le “loro” risposte, come se la religione cattolica fosse una specie di religione “fai da te”… con l’avallo e anche la condivisione e anche il plauso dei vescovi.

E per dimostrare con i fatti tale condivisione, il Card. Bagnasco indossa per l’occasione una stola adatta alla bisogna, non una stola cattolica… ovviamente!



Esempio di nuovi preti della nuova Chiesa: Luigi Ciotti e Angelo Bagnasco

E distribuisce la comunione a tutti, massimamente ai pubblici peccatori, insegnando ufficialmente e pubblicamente, che contravvenire ai comandamenti di Dio è cosa che si può tranquillamente riparare con “la fantasia del bene che è grande, ed è percorsa con generoso sacrificio da molti”.



La Comunione al pubblico peccatore Vladimito Guadagno

Strano connubio questo, tra il capo dei vescovi italiani, un prete d’assalto e un pubblico peccatore, che delinea un abbozzo della nuova Chiesa conciliare, una Chiesa “al passo con i tempi” e a braccetto col peccato. Come spiegato dallo stesso Andrea Gallo nel suo ultimo messaggio su twitter datato lunedì sera: 
«Sogno una Chiesa non separata dagli altri, che non sia sempre pronta a condannare, ma sia solidale, compagna».
Come spiegato da Luigi Ciotti, prima dell’ultima benedizione: 
«Andrea lavorava per riconoscere dignità e libertà alla persona. Ha testimoniato una Chiesa che sta dalla parte della dignità inviolabile della persona umana, ma che non dimentica la dottrina anche se non ha mai permesso che la dottrina diventasse più importante dei più fragili, dei più deboli, degli ultimi», Andrea sognava una Chiesa «“non l’Extra Omnes, ma il “dentro tutti”… Dentro i gay, dentro le lesbiche, dentro i divorziati perché, come ricordava don Andrea, la Chiesa è, prima di tutto misericordia».  
Come ha ricordato Vladimiro Guadagno, nella “preghiera dei fedeli”: 
«Grazie don Gallo, per averci aperto le porte della tua Chiesa: ci hai fatto sentire amati da Dio».


Una Chiesa moderna che, per mano del capo dei vescovi italiani, benedice una bara dove non c'è una croce, ma un cumulo di “oggetti” affastellati in maniera impropria e blasfema: drappo rosso, cappello nero, copia della Costituzione e copia della… Bibbia!


Una Chiesa moderna che si compiace del connubio improprio tra fedeli e infedeli, magari tutti nominalmente cattolici, ma tutti dimentichi del cuore del cattolicesimo: il Vangelo.


Una Chiesa moderna che permette a certi preti moderni di violare gli altari e di sbeffeggiare la Santa Messa, senza cacciarli via, come sarebbe suo preciso e inderogabile dovere.

Guai a chiedersi se per caso simili discorsi e simili azioni offendano i buoni padri di famiglia, le buone madri di famiglia, i buoni figli di famiglia che si attengono a quanto insegnato e prescritto dalla Chiesa… e non da ieri.
Guai! Perché si corre il rischio, certo, di essere additati come “rigoristi”… perché la moderna Chiesa conciliare non è più la Chiesa della porta stretta di Cristo, ma la Chiesa del porticato del mondo, in cui passa gioioso e trascinante il torrente dell’amore, dell’accoglienza, della tenerezza, del volemose bene, secondo come richiama provocatoriamente un vecchio detto siciliano: “chu futti, futti, ‘ca Diu pirduna a tutti ”.
Guai a chiedersi perché i capi dei vescovi italiani continuino ad esercitarsi nel comunicare ufficialmente e pubblicamente in chiesa, in occasioni importanti, regolarmente riprese e diffuse dai mezzi di comunione di massa, dei pubblici peccatori; come fece il Card. Ruini il 22 maggio del 2005, a Bari.
Guai! Perché si corre il rischio, certo, di passare per “fondamentalisti”… che vorrebbero una Chiesa da Medio Evo, in un mondo che è invece cambiato e che pretende che agli anormali e ai peccatori debba essere riconosciuto ogni possibile, e impossibile, diritto, e ancora pretende che i cattolici che chiamano peccato il peccato, aberrazione l’aberrazione, fango il fango, debbano andare in galera per intolleranza!

Guai a chiedersi se i nuovi preti della nuova Chiesa conciliare siano coscienti del male che insegnano con le parole, con le opere e con le omissioni, del male che diffondono, del numero di anime che finiscono col traviare e col condurre all’Inferno.
Guai! Perché si finisce con l’essere etichettati come “tradizionalisti” ed essere cacciati fuori dalla Chiesa, fuori da questa moderna Chiesa conciliare che accoglie tutti… purché disprezzino il Vangelo, offendano Cristo e facciano di tutto per fare le opere del diavolo e non quelle di Dio.

Guai a noi, poveri uomini della strada, che ci tocca muoverci in questa valle di lacrime fidando solo nelle nostre preghiere, nell’ausilio della Santa Vergine e nella misericordia di Dio, non potendoci più fidare dei ministri della Chiesa, che invece di fare i pastori delle pecore, introducono i lupi nel gregge, incuranti di quante pecorelle del Signore vengano, da questi rapaci, spinte nel baratro della perdizione eterna.

Guai a coloro che non compiono il proprio dovere di stato, soprattutto quando, chiamati a guidare la barca cattolica, la conducono tra i marosi del mondo, foss’anche inconsciamente, pur di compiacere questo mondo il cui principe è il demonio.



Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio,
abbi pietà di noi peccatori!